🇮🇪 Quando la Mediazione diventa “quasi obbligatoria”: la svolta irlandese
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- 29 nov
- Tempo di lettura: 2 min
dalla Redazione di Cooling Off - Rivista digitale di MFSD
Introduzione
In Irlanda il dibattito sulla natura “volontaria” della mediazione sta rapidamente evolvendo. Pur rimanendo un istituto non formalmente obbligatorio, recenti sviluppi normativi, giurisprudenziali e di prassi stanno trasformando la mediazione in un passaggio sempre più necessario – se non inevitabile – nel percorso di risoluzione delle controversie. Il tema è emerso con forza durante un panel della Law Society of Ireland’s ADR Committee, nell’ambito della Dublin International Dispute Week 2025, confermando un trend già visibile in diversi Paesi europei.
1. La distinzione attuale: volontarietà “vigilata”
Il quadro giuridico irlandese resta ancorato al Mediation Act 2017, che sancisce la natura volontaria della procedura. Tuttavia, l’art. 14 impone ai legali l’obbligo di informare i clienti sui benefici della mediazione prima di avviare un giudizio, mentre i tribunali possono applicare conseguenze in termini di costi a chi rifiuta la mediazione senza giustificazione.
Una recente practice direction in materia di clinical negligence ha introdotto un ulteriore livello: le parti devono tentare, o quantomeno offrire, la mediazione prima di richiedere una data per il processo.
Dati del Legal Aid Board mostrano inoltre che circa il 60% delle mediazioni familiari si conclude con un accordo integrale.
2. La distinzione futura: obbligatorietà di fatto
La tendenza sta spingendo verso una mediazione “mandatory by default”: non formalmente imposta, ma inevitabile per evitare penalizzazioni procedurali o economiche.
Il modello richiama quanto avviene nel Regno Unito, dove l’inerzia rispetto alla mediazione è spesso sanzionata, rendendola di fatto quasi obbligatoria.
Si intravede anche una crescente integrazione con l’arbitrato – ad esempio il successo britannico dell’arbitrato familiare – e un’attenzione al ruolo comportamentale del mediatore, capace di gestire bias cognitivi ed emozionali.
Conclusioni: un trend europeo, non solo irlandese
L’Irlanda non è un caso isolato. Italia, Francia, Portogallo e Grecia hanno introdotto obblighi o forti incentivi economico-procedurali alla mediazione in diversi settori (civile, commerciale, familiare).
Il trend europeo converge verso sistemi in cui la mediazione resta “volontaria”, ma la mancata partecipazione comporta rischi concreti. La traiettoria è chiara: integrare stabilmente la mediazione nel percorso processuale, trasformandola da alternativa a fase naturale e quasi necessaria del contenzioso.






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